Affida con fiducia il tuo bambino ad una puericultrice

La puericultrice è una operatrice tanto sanitaria quanto educativa. È una figura professionale riconosciuta dal Ministero della Salute. È, pertanto, una valida e capace professionista che è perfettamente in grado di potersi prendere cura di un bambino che abbia una fascia di età che parte dai zero anni per arrivare fino ai suoi sei anni.

A fronte di ciò, si può notare come la puericultrice sia preparata per rapportarsi con tutte le tematiche e le dinamiche inerti un delicato periodo del nostro bebè, considerando, appunto, che lo può seguire da quando è praticamente neonato fino al suo divezzo.

Ma l’importanza di avere al proprio fianco una puericultrice in tutto questo importante e delicato periodo del nostro bambino, viene anche ad essere suffragato dal fatto che essa ha le competenze e le nozioni necessarie per poter provvedere a soddisfare tutte quelle esigenze ed incombenze legate al naturale sviluppo del nostro bebè. E potrà fare questo per il bebè tanto da un punto di vista psicologico e di sviluppo, quanto sotto quello inerente il suo sviluppo ludico e motorio.

Né si può poi dimenticare il suo fondamentale apporto per quello che verte l’aspetto sanitario, come ad esempio il controllo della sua temperatura corporea, un eventuale primo pronto soccorso, come pure per la corretta e adeguata preparazione delle pappe e del latte.

Altra sua fondamentale caratteristica, che non può e non deve essere obliata, è che la puericultrice rappresenta anche un fondamentale punto di contatto con il pediatra, relativamente allo stato fisico del bambino, e con lo psicologo per analizzare eventuali problematiche riguardanti un corretto e sano sviluppo psichico del bimbo.

Chi poi ci può dare un effettivo supporto per poter cercare una puericultrice sono le agenzie online. Non per nulla navigando su internet non sarà di certo difficile trovare una agenzia online che possa fornire un valido aiuto nella ricerca di una puericultrice.…

La badante, un lavoro che è anche una missione

I numeri sono asettici, e sono proprio i numeri che ci forniscono un quadro nel quale il nostro Paese viene ad essere sempre più dipinto come un Paese per vecchi. Pur tuttavia, nonostante tutte le nostre antiche tradizioni, abitudini e memorie, se non ci fosse la figura della badante, il più delle volte alle nostre nonne e nonni non rimarrebbero che tristi soluzioni.

Di fatto, quindi, è la badante, per la maggior parte proveniente dai paesi dell’Est Europa, ad occuparsi di loro. I politically correct le chiamano assistenti famigliari, il popolo badante, ma poco importa, quel che conta è che sappiano fare il proprio lavoro.
Questo potrebbe essere in sintesi il nazional pensiero, quello con il quale veleggia una grande fetta di italiani che affida i propri anziani alle cure di una badante. In una Nazione ove non si nega a nessuno il nome di una strada o una statua da inaugurare in un parco pubblico, manca proprio un qualcosa che ricordi a tutti quanto si deve a questa importante figura professionale.

Donne che hanno lasciato la loro casa, i loro affetti, le loro abitudini, per venire qui da noi ad occuparsi magari di una nostra zia che è affetta da demenza senile, oppure della nonna cardiopatica, di un genitore non più autosufficiente. La badante, è perciò la risposta italica al problema degli anziani.

Mentre molti compatrioti hanno sempre meno voglia e tempo di prendersi cura dei propri cari, queste fulgide figure lasciano i loro paesi per assistere queste persone. Si dovrebbero tessere pubblicamente le lodi alle badanti, per la loro energia, per la loro capacità di portare un raggio di sole fra i nostri sempre più soli anziani.

Quelli che un tempo furono i cardini di una intera società, diventano improvvisamente un peso che viene ad essere affidato completamente sulle spalle della badante. Sicut flumen pax tua.…